
Tra i campi di grano dell’entroterra Siciliano può capitare d’imbattersi in luoghi suggestivi come questo.
Usciti dai boschi del Monte Carcaci ci siamo trovati davanti i ruderi del borgo Riena.

La sua storia è simile a quella di certi villaggi delle corse all’oro, costruiti in fretta e fra gloriose speranze, ma abbandonati solo pochi anni più tardi.
C’è un curioso dibattito intorno alle date di fondazione e abbandono, probabilmente dovuto alla perdita dei documenti d’archivio, che ci ricorda quanto poco basti per perdere la memoria collettiva dei luoghi.
Alcuni ritengono che si tratti di un borgo pianificato negli anni ’50, popolato nei decenni successivi, ma abbandonato una ventina d’anni dopo.
Altri invece pensano che sia uno di quei borghi costruiti durante il fascismo per spingere i contadini a colonizzare l’interno dell’isola, le terre più remote. Secondo questa versione se ne andarono tutti nel 1950 tranne un latitante che si rifugiò tra le rovine per evitare l’ergastolo.
